Fantacampo ancora una volta c’è! E’ di questi giorni (giovedì scorso), infatti, la visita al campo base dell’Inter: la rinomata “
Pinetina” di
Appiano Gentile. Il centro sportivo, luogo di culto per ogni appassionato nerazzurro, è immerso nel verde degli altipiani comaschi e porta il nome di
Angelo Moratti, indimenticato presidente del club di via Durini nei tempi del suo massimo splendore. Un uomo simbolo anche per chi, come noi, all’epoca non era nemmeno nato. Ma l’Inter è l’Inter, allora come oggi, e dunque saremo qui a parlarvi dei “campioni del presente”, come canta il reggianissimo
Graziano Romani. L’emozione ci assale fin dalla prima mattinata. Arriviamo ad Appiano verso le 14, dopo due ore e passa di viaggio passate tra autostrada, tangenziale di Milano (voto 4 al traffico) e lavori in corso (voto 0, ma questa non è una novità). Ad accoglierci sono gli addetti del centro, tutti naturalmente milanesi doc (l’accento non mente) e ovviamente di fede nerazzurra:
“Stanno arrivando i giocatori”, ci dicono. Il primo è
Luis Figo, reduce dall’impegno della sera prima con la Nazionale portoghese. Il programma per lui prevede solo una seduta defaticante: pochi minuti dopo è già a correre sui prati della Pinetina insieme al preparatore. C’è tempo per un rapido saluto e qualche flash, ma niente di più, con i tifosi che intanto iniziano a gremire le recinzioni del centro sportivo in attesa dei loro beniamini. C’è pure un nonno armato di binocolo (voto 9, di stima), che riesce perfino a riconoscere le auto dei giocatori mentre arrivano sfrecciando, una dopo l’altra, fino a varcare il cancello d’entrata. Qui si fanno notare soprattutto
Matrix e Ze Maria (voto 2 nella circostanza), che non scendono probabilmente sotto gli 80km/h, mentre il buon
Beppe Favalli (voto 10 al cuore) è l’unico a fermarsi per autografi e fotografie di rito. Il cancello lo varchiamo anche noi, poco dopo, quando tutti sono pronti per la seduta pomeridiana. Il viaggio sta per cominciare.
L'INCONTRO CON I GIOCATORI NERAZZURRIOre 15.30, siamo dentro, finalmente. L’attesa sale, l’incontro con i ragazzi si avvicina. Ad un certo punto eccoli, uno dopo l’altro, pronti per l’allenamento agli ordini di mister
Mancini (voto 11 al fashion, 6 per la disponibilità). Dicono che il comportamento faccia capire molte cose: per questo, brevemente, andiamo con l’elenco di promossi e bocciati.
PROMOSSI: Beppe Favalli, già gentilissimo poco prima, torna a fermarsi e si mostra in assoluto il più disponibile (voto 10 alla persona).
Paolo Orlandoni, terzo portiere, non lo fila nessuno anche perché arriva insieme al più noto Toldo, ma si mostra alla mano (voto 7).
ToldOne, ormai ex “one” sul campo, scherza facendo anche qualche battuta in veneto e si mostra, dal lato umano, sempre il numero uno (voto 9).
Orsi, il vice di Mancini, passa quasi inosservato ma si mostra disponibile (voto 6,5).
Cruz, il suo sangue argentino non mente e Julio non è da bocciare, anche se risulta un po’ “freddino” (voto 6), così come
Burdisso (voto 6).
Cambiasso, argentino pure lui, concede qualche sorriso in più, si conferma simpatico e disponibile ma non resta molto con i tifosi (voto 6+). Lo seguono sotto questo profilo anche
Veron (voto 6) e
Ze Maria (6). Grandissimo invece
Materazzi, che prima di firmare sulla nostra agenda cerca la pagina numero 23 (voto 10 nella circostanza). Discorso a parte merita
capitan Zanetti, che mostra grandi attenzioni verso i tifosi e solleva in spalla qualche piccolo cuore nerazzurro (voto 10+, un vero capitano).
BOCCIATI: il capitolo negativo si apre con
Solari: l’aria del Real Madrid gli avrà dato alla testa, e forse per questo si sente un divo. Firma due autografi poi se ne va, neppure fosse Adriano Leite Ribeiro, corricchiando verso una partitella di calcio-tennis…sai che importanza…(voto 2). Voto negativo anche a
Wome: sarà stata la rabbia per il rigore decisivo sbagliato pochi giorni prima in Nazionale, ma il camerunense non si ferma nemmeno per un secondo (voto 4). Continuiamo con
Cristiano Zanetti, pure lui affetto da “puzza sotto al naso”, anche se più disponibile dell’argentino (voto 5,5), e con
Sinisa Mihailovic, disponibile ma che trova anche qui il tempo per un piccolo battibecco con un tifoso che gli aveva detto, riferendosi alla vittoria della Serbia:
“avete vinto ieri, sarai contento!”; e lui:
“hanno vinto”, con tono incazzato perché non era tra i convocati. Una calmatina no? (voto 5).
SPAESATO: Oba Oba
Martins, onestamente non si capisce se ci è o ci fa, firma qualche autografo e alla domanda sul ricordo dei tempi della Reggiana risponde con un sorriso (che seguirà le attuali vicende granata? Voto n.g.). Da segnalare l’assenza dei giocatori sudamericani impegnati nelle qualificazioni ai prossimi Mondiali. Di
Adriano quella più di prestigio, di
Recoba quella più sentita. Oltre a loro assenti anche
Samuel, Cordoba e Julio Cesar, mentre
Stankovic era presente ma ha svolto lavoro differenziato. La nostra visita è quindi proseguita girando tra i campi del centro e scrutando da vicino l’allenamento pomeridiano dei nerazzurri sotto gli ordini di mister Mancini.
LA VISITA A "INTER CHANNEL"Inter Channel, ovvero il territorio di caccia di
Roberto Scarpini. Visitiamo attentamente gli studi del canale nerazzurro, la regia, lo spazio che cura il sito web, la sala dove si girano le trasmissioni e quindi la sala montaggio…Proprio lì troviamo, finalmente, Roberto Scarpini. Con la sua voce inconfondibile ci accoglie e piazza subito la prima battuta:
“Questa è la sala dove si “monta”…nel senso giornalistico del termine ovviamente” – con annesso sorrisino da marpione. In quel momento in effetti stava “montando” un servizio per la tv, dove riconosciamo il suo tono carico di passione. Passione che è anche la nostra, e che ci segue nel nostro viaggio, dopo due chiacchiere e una foto di rito.
LA CLUB HOUSE NERAZZURRA
Chiudiamo con la visita alla club house, tutta ovviamente a tinte nerazzurre, dove ci lascia di stucco l’immensa e bellissima sala stampa, solitamente gremita di giornalisti al termine degli allenamenti. Il viaggio prosegue nella zona hospitality, e anche qui ci balza subito all’occhio, oltre al busto dedicato al suddetto presidente
Angelo Moratti, la copertina incorniciata al muro della
Gazzetta dello Sport datata 1988/1989 (voto 11 per le emozioni): quella dell’ultimo Scudetto, ahinoi, conquistato dall’Inter. Da lì la domanda, tra la speranza e l’autoironia:
“Quando torneremo a vedere una prima pagina così?”. Qualcuno azzarda
“Quest’anno!”…e via che cominciano le toccatine. Un sogno, quello del Tricolore, che in ogni caso speriamo si possa coronare il più presto possibile. Ma una cosa è certa: Fantacampo c’era, e ci sarà sempre. Così come non morirà mai la grande passione per la nostra Beneamata.
Maran