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21 dicembre 2005

LA MUSSOLINI: "VESPA E' FIGLIO DEL DUCE"




HO VISTO "MARKETTE" E RIPORTO ARTICOLO SULL'ACCADUTO...

Era un gossip che circolava da tempo, ma ora pare arrivare la conferma direttamente da Alessandra Mussolini: 'E' vero, non dobbiamo fare il test del dna su Vespa, Vespa è mio zio. Questa è la verità'. La voce dunque ora è diventata una certezza: Bruno Vespa è figlio di Benito Mussolini. La nipote del Duce parla nella puntata di questa sera di Markette, la trasmissione condotta da Piero Chiambretti su La7 in onda alle 23.30. "E' del ramo con i nei della famiglia Mussolini - ha spiegato la parlamentare europea- io sono del ramo senza nei... ma è mio zio, Bruno, è lui, è mio zio, glielo dobbiamo dire chiaro. La mascella è uguale, è identico negli occhi, lo sguardo, questa bocca, queste labbra...quello è il figlio, è mio zio".
Perche' Vespa lo smentisce? ha allora chiesto il conduttore. "Ma...Perchè c'ha sempre questo pudore, ma quella è la verita', lui me l'ha detto". Mussolini ha poi proseguito: 'Lui i nei se li è fatti crescere apposta per depistare capito?, ma lui...è la verità. Infatti quando si è incontrato con mio padre Romano, devi vedere come si sono abbracciati con affetto, con amore. Poi abbiamo una foto tutti e tre per far capire bene qual era la situazione. Adesso l'abbiamo detto è bene che si sappia, Vespa è mio zio". Anzichè Porta a porta.....Porta Pia, ha abbozzato Chiambretti: 'Ogni volta che vado a Porta a Porta vado a casa di mio zio che ogni tanto mi invita, ogni tanto non mi invita perchè se no diventa una cosa troppo di raccomandazione; però certo lui con me c'ha un occhio di riguardo'.
Chiambretti poi ha chiesto alla Mussolini di commentare il saluto romano di Paolo di Canio: 'Un saluto romano.....embeh? e quanti ne fanno a me quando mi vedono di pugni chiusi? Ha fatto un saluto romano embeh, che è? E Chiambretti: quindi lo giustifichiamo? "Ma certo". 'Ma non è un reato?' "Ma perchè? - ha risposto la Mussolini - Ma quando Maradona si tatua Che Guevara o quelli del Livorno....la falce e il martello....ma la politica poi in fondo è tutto, è costume,è societa', è tutto, quindi non andiamo a criminalizzare. Criminalizziamo la violenza e il disagio dei giovani che vanno negli stadi, che non hanno dove studiare, che non hanno dove dormire, che non si possono sposare, andiamo a parlare di quello'.
Ma secondo te Fini saluta la Prestigiacomo sempre con il saluto romano? ha chiuso ironicamente Chiambretti. "Senti, guarda, non mi fare queste domande su loro due - ha risposto la Mussolini - perchè... non li conosco".

Chi è Bruno Vespa http://www.brunovespa.net/vespa/biografia.html

5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

NON SO POI SE LUNEDI SERA, TORNATI A CASA, AVETE VISTO PORTA A PORTA...

SOTT’ATTACCO IN TV
Un Berlusconi mai visto

Sintonizzandoci ieri sui titoli di testa del Tg1 delle 13,30 siamo caduti in un colossale equivoco. Uno dei titoli recitava infatti: «Commuove, ma non convince». E noi siamo rimasti insieme ammirati dall’efficacia della descrizione e sorpresi dalla sua irriverenza: eravamo convinti che fosse il commento all’apparizione televisiva del presidente del Consiglio a Porta a porta. Quando sono partiti i servizi, il nostro lapsus è stato immediatamente chiarito: il titolo si riferiva alla deposizione in aula di Annamaria Franzoni.
Però i lapsus, come insegnava Freud, sono sempre rivelatori di una inconscia percezione della realtà. Evidentemente nel nostro inconscio la performance di Berlusconi nel salotto di Vespa aveva fatto quell’effetto: commovente, ma non convincente. Commovente perché si è trattato forse del peggior trattamento pubblico mai riservato al premier da quando è tale. E siccome l’abbiamo visto soffrire, sbandare, reagire, innervosirsi, tutta la gamma dei sentimenti umani di chi è quasi incredulo di fronte all’accanimento nei suoi confronti, Berlusconi ci ha fatto simpatia: è parso umano, troppo umano.
Non convincente, però, è stato il premier, perché il modo in cui si è difeso dagli attacchi che gli provenivano da destra e da manca, ci è parso quasi sorprendente nella sua ingenuità. Come si può immaginare di poter andare al giudizio degli elettori sostenendo che se due su tre non credono che il suo contratto sia stato realizzato questo è solo perché la stampa è tutta ostile e inganna gli elettori? O che basti un’esibizione di cartelli da sussidiario di prima elementare per capovolgere il giudizio sull’operato del governo? Come è possibile fare una campagna elettorale che nega, o quantomeno bypassa, il sentimento prevalente nel paese, che è di allarme, preoccupazione e fatica per il declino economico? E proprio da parte dell’uomo che così efficacemente individuò quel sentimento negli italiani cinque anni fa, prendendolo di petto e proponendo una soluzione? C’è una debolezza grave nella campagna elettorale impostata da Berlusconi cui finora nessuno ha fatto la necessaria attenzione: essa si svolge su un contratto di cinque anni fa, ma non c’è il contratto per i prossimi cinque anni. Come se il premier avesse esaurito le idee e contasse solo sulla sua capacità di convincere gli italiani che quelle che aveva cinque anni fa erano buone. Una campagna elettorale sul passato è perdente in partenza.
La puntata di Porta a porta, capitata per caso in coincidenza con una delle più gravi crisi vissute dalla Repubblica con le dimissioni di Antonio Fazio, è stata dunque certamente il punto più basso toccato dal Cavaliere nella sua comunicazione televisiva, per il fuoco di fila di critiche cui è stato sottoposto. Però, una volta toccato il fondo, si può solo risalire. E ieri Berlusconi ha dato prova di essere ancora abbastanza vitale per tentarla, quella risalita. Lo share altissimo ha dimostrato un interesse che sembrava scemato nei confronti delle sue apparizioni, forse anche grazie al fatto che, finalmente, si è sottoposto a un contraddittorio vero, talvolta perfino all’alterco. E chi ha visto lo spettacolo da casa ha avuto, a differenza di chi l’ha vissuto in studio, la sensazione che sotto attacco il premier sa ancora reagire, e con efficacia. C’è infine un elemento che può giocare a favore del Cavaliere nel suo tentativo di riportare la partita in condizioni almeno giocabili, ed è quella reazione psicologica che segnalavamo all’inizio. Berlusconi rende moltissimo nel ruolo di vittima. E se si eccede nelle scudisciate, un po’ di simpatia personale, da sempre il suo più formidabile atout, può anche riconquistarla.

21/12/05 1:12 AM

 
Anonymous Anonimo said...

X DANNY: TRAVAGLIO HA DETTO CHE LA TRASMISSIONE DI SOCCI FACEVA MENO ASCOLTI DEL MONOSCOPIO RAI...ECCOLO!!! COPIA IL LINK
www.brunovespa.net/vespa/images/computer03.jpg

21/12/05 1:16 AM

 
Anonymous Anonimo said...

hai letto la biografia di Vespa fatta da Travaglio e Gomez?
è veramente un uomo di merda,assoggettato ai potenti,un servo, una radice da estripare dalla Tv pubblica (come tanti altri..)

PIAZZALE LORETO!!!
PIAZZALE LORETO!!!

NO PASARAN!!!!!!

21/12/05 10:22 AM

 
Anonymous Anonimo said...

PERCHE' LUI PUO' FARLO?

Milano, 20 dicembre - Paolo Di Canio e il ‘saluto romano’. E’ questo un gesto che, nell’Italia del 2005, puo` essere accettabile?. Datasport non ha chiesto opinioni, facilmente strumentalizzabili a seconda del credo politico. Ha preferito andare direttamente alla fonte, ovvero capire se un cittadino italiano, si chiami o no Di Canio, faccia il calciatore, l’idraulico o il geometra, possa tranquillamente alzare il braccio in un gesto che inequivocabilmente e` quello del saluto fascista.
Cosi` abbiamo chiesto un parere e un giudizio a Vittorio Angiolini, docente di diritto costituzionale all’Universita` Statale di Milano, 50 anni, e una passione per il calcio all’acqua di rose (”Tifo Fiorentina solo perche` e` la squadra della citta` dove sono nato” ci dice).

Il professor Angiolini e` chiaro nella sua esposizione: ”Come sappiamo e` previsto nella nostra Costituzione il reato di apologia del fascismo, quindi chi esalta questa dottrina con gesti del genere puo` essere punito. In realta` la Costituzione ‘consente’ la punizione di simili atteggiamenti in quanto e` previsto espressamente un divieto di ricostituzione del partito fascista. Qualche dubbio sussiste riguardo all’applicazione. In questo caso legati al giocatore Di Canio ci sono due problemi giuridici non costituzionali: 1) siamo veramente sicuri che abbia fatto il saluto romano? La risposta sembrerebbe essere si`. 2) E’ questa un’azione compiuta nell’ambito del gesto sportivo? Alle volte sappiamo che ci sono dei casi rientranti in una sorta di ‘riserva’ competente alla giustizia sportiva, anch se questa ‘esclusiva’ ultimamente mi sembra un po’ in ribasso”.

La giustizia sportiva ha comminato a Di Canio un turno di squalifica…

”Mi sembra il minimo”.

La domanda che molti si pongono e`: se fosse una persona normale a compiere quel gesto forse finirebbe diritta in galera. A Di Canio non succede nulla, forse solo perche` e` famoso. E’ una chiave di lettura corretta?

”La Costituzione consente ma non obbliga la penalizzazione di questo gesto. Il braccio teso e` perseguibile, ma quello che conta e` il divieto di ricostituzione del partito fascista, che potrebbe essere sanzionato anche in altro modo. E’ vero, in passato un gesto del genere e` stato spesso perseguito, ora si tende a farlo di meno. Certo il gesto di Di Canio e` piu` grave e spiego perche`: in questo caso ci troviamo di fronte a un gesto esibito da un personaggio pubblico, una persona che sfrutta la sua posizione, che tra l’altro con la politica c‘entra poco, per fare della propaganda proibita. Per quanto riguarda la punibilita` di questo gesto in situazioni normali, diciamo che a volte non viene punito non per desuetudine, ma perche` non c’e` quella che viene definita ‘offensivita`’ del gesto. Un pazzo che in mezzo alla strada agita un braccio rimane un pazzo, e probabilmente e` poco ‘offensivo’. Ma qui siamo in un caso un po’ diverso”.

Puo` essere che la scelta di Di Canio porti a un ripensamento su come giudicare il ‘saluto romano’?

”No. Assolutamente. Le forze politiche del resto hanno toccato quelle che si definiscono ‘norme transitorie’ anche di recente, quando e` stato tolto il divieto di rientro sul suolo italiano ai Savoia. E’ stata esaminata anche la questione relativa alla ricostituzione del partito fascista e tutti sono stati concordi nel dire di no alla sua depenalizzazione”.

Di Canio dice che contro di lui c’e` solo ipocrisia e che intanto il giocatore del Livorno Lucarelli alza il pugno chiuso e indossa la maglia di Che Guevara…

”Lucarelli e` un’alra cosa: Di Canio non ha detto ‘viva la destra’, e questo sarebbe stato l’equivalente di cio` che esprime Lucarelli. Lui qui ha fatto una cosa diversa: ha fatto un gesto tipico che contrassegnava gli appartenenti al partito fascista, un saluto che durante il ‘ventennio’ esprimeva un’attestazione di fedelta`. Non si tratta di un saluto come tanti altri”.

Insomma, per concludere, Di Canio secondo lei e` perseguibile?

”A parte che si sarebbe ancora in tempo per punirlo, diciamo che per ora ha fatto una ‘stupidata’. Se si accanisse sarebbe un’altra cosa. Diciamo che attorno a queste cose meno chiasso c’e` e meno c’e` bisogno di punirle. Credo sia stato saggio non perseguirlo. Anche se, a maggior ragione oggi, in un periodo in cui non ci sono piu` riferimenti ideologici al partito fascista, queste cose appaiono ancora meno tollerabili. Inoltre bisogna dire che il fascismo evoca nell’immaginario collettivo la possibilita` dell’uso della violenza, e questa e` l’ultima cosa di cui si senta il bisogno negli stadi”.

Attenzione ai fasci come la Mussolini che dice che questi fatti non sono cose importanti!!!!
NO PASARAN!

21/12/05 11:54 AM

 
Anonymous Anonimo said...

RIPORTO QUESTO PEZZO DI ARTICOLO. DA "IL GIORNALE" DI OGGI (E' TUTTO DIRE)

l'intervistatore della procace nipotina, lo storico e giornalista Giordano Bruno Guerri, raggiunto dal Giornale, aggiunge qualcosa che non è «pettegolezzo». Sono invece sue letture. Ricordi di letture. «In un suo scritto del '43, mentre lo trasportavano da un luogo di prigionia all'altro - ricostruisce Guerri - Mussolini fa riferimento preciso al soggiorno a Campo Imperatore, in Abruzzo, menzionando il clima sempre brutto e sottolineando la tristezza del luogo. Tristezza mitigata dall'unico conforto di una “gentile signora Vespa”, una donna sfollata, con il marito al fronte, che lavorava proprio in quell'unico albergone della località montana abruzzese»...

21/12/05 1:06 PM

 

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